Dominazione

Corde e catene: il bondage

Il bondage, ovvero immobilizzazioni di vario genere attraverso l’utilizzo di corde, catene, pellicole, nastro adesivo o altri attrezzi atti a tale scopo, è un’espressione di fantasia del dominante. Esistono tecniche e posizioni standard ma si possono creare centinaia di varianti anche attraverso l’utilizzo di divaricatori, travi o moschettoni per unire le legature semplici e meno semplici. Si possono utilizzare attrezzi da bricolage, cinghie in cuoio ed esistono anche sex toys pensati apposta, come per esempio il gancio anale. Le immobilizzazioni sono tecniche in cui si depriva il sottomesso della sua mobilità fisica e possono essere libere, oppure possono sfruttare ciò che che ci offre l’ambiente  come mobili, letti, tavoli, gogne, spalliere o qualsiasi oggetto sia di ispirazione. La mia predisposizione per il bondage è di natura funzionale, lo utilizzo soprattutto per bloccare, fissare, immobilizzare la preda in posizioni scomode ed umilianti, per poi procedere con altre punizioni o rendere la dominazione psicologica più intensa.

Ho cominciato relativamente presto con il bondage senza sapere che di bondage si trattasse… Avevo un compagno di giochi predisposto ad essere punito e, quindi, quando mia mamma mi ha iscritta al corso base dei Vigili del Fuoco (non ho capito se avesse notato la mia indole oppure voleva riempire il sabato, dato che gli altri giorni avevo già corsi di francese, inglese, tedesco, pianoforte, disegno e volteggio a cavallo), ho imparato le basi dei vari nodi, oltre a come domare le diverse tipologie di incendi.  E così, per esercitarmi, facevo immobilizzazioni sul mio caro amico. Usavo la tecnica dell’incaprettamento o, semplicemente, lo legavo ad un albero. Utilizzavo le legature su di lui per poterlo afferrare e gestire meglio.

Ora le legature per me sono un modo per enfatizzare la sottomissione dello schiavo e la sua impotenza a reagire. Mi piace anche percepire la sofferenza provata nelle posizioni fisicamente scomode e la paura derivata dal non sapere cosa arriverà dopo, dal non poter gestire la situazione perché impossibilitato nei movimenti. Le immobilizzazioni non sono adatte a soggetti di natura fragile, perché potrebbero avere un attacco di panico. Anche le persone che hanno difficoltà ad abbandonarsi potrebbero vivere male una situazione in cui sono impossibilitate a reagire. Nudi ed esposti a qualsiasi cosa possa venire in mente al dominante, perché la sensazione di perdita di controllo è molto più intensa quando ci si sente immobilizzati. Chi ama tali situazioni invece sa anche apprezzare le sensazioni tattili legate alla pratica del bondage come lo sfregamento sulla pelle della corda ruvida e soffocante, oppure il freddo rigore delle catene. Oppure, quando si usa il nastro adesivo, il dolore che si prova quando viene strappato dalla pelle nuda.

L’importante, durante questi giochi, è avere piena fiducia nella persona che li esegue, essere certi della sua capacità di esecuzione. E’ fondamentale che il dominante abbia piena coscienza delle tecniche del bondage per non provocare danni al fisico. Ad esempio, se si usano immobilizzazioni per le sospensioni bisogna essere coscienti della corretta esecuzione e dei possibili pericoli. La corda deve distribuire bene il peso altrimenti danneggia la pelle e può provovare più dolore del necessario. Spesso nel bondage non ci sono nodi veri e propri ma passaggi della corda facilmente scioglibili all’occorrenza e, per motivi di sicurezza, è bene tenere a portata di mano un coltellino o delle forbici per liberare la persona nel minor tempo possibile. Consiglio scherzoso, ma non troppo, per le principianti volenterose: se volete provare il brivido del bondage (pratica che piace molto alle donne), trovatevi un velista o un alpinista, quelli i nodi li sanno fare bene, ma assicuratevi che sia fantasioso. Perchè sono due gli ingredienti base per la riuscita un buon gioco di bondage; capacità tecnica e fantasia.

Delle varie particolarità e differenze nell’utilizzo di corde, catene, pellicole o nastro adesivo durante il bondage scriverò nei prossimi articoli.