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Differenza tra i giochi tra le quattro mura e in pubblico

Scritto da: Amos Pubblicato da: Elvira Nazzarri Nella dinamica di un intenso rapporto d/s che non viene vissuto vivendo lo stesso tetto vi sono differenze di quanto viene percepito durante un gioco privato e in intimità e uscite pubbliche. Probabilmente questo genere di distinzione non avrebbe senso se il rapporto fosse anche di convivenza, in quanto farebbe parte di un flusso continuo ritmato dalla quotidianità. Durante le uscite ovviamente la parte fisica ha una minore preponderanza e prevalgono gli aspetti psicologici che possono variare in funzione di quanto il dominante abbia voglia di calcare la mano su alcuni aspetti. Personalmente la sensazione di base che provo quando la mia Padrona mi consente di uscire in pubblico è una sensazione di orgoglio e privilegio. Privilegio per il tempo che si può passare insieme e orgoglio per il fatto di essere in compagnia di una donna sexy e di classe, cosa che viene notata dalle persone intorno, unita al fatto del piacere di poter conversare con una persona arguta e intelligente. Poi ci sono ovviamente altri aspetti …

A proposito del legame

Scritto da: Dasa Pubblicato da : Elvira N. La relazione dom sub ha degli elementi controversi. L’abbandono totale, incondizionato e ricco di gratitudine dei momenti di gioco raggiunge momenti di tale e tanta intensità da assorbire molte energie. Energie fisiche ovviamente, legate alle prove inflitte, ma anche mentali, per l’imperiosa azione della domina che viola la psiche del sottomesso e ne frantuma ego e resistenze. Non sarebbe possibile senza il desiderio prepotente e incontenibile che la sensualità della mistress scatena, libera per poi controllare a suo piacimento in una combinazione di stimoli inappellabili, repressi un istante dopo. È dunque il desiderio che permette tutto, senza di esso sarebbe impensabile la sottomissione. E la psicologica e la fisica. Senza quel sentimento profondo e struggente di dipendenza come si potrebbe accettare la frusta, le privazioni, le umiliazioni, le reprimende. Come si potrebbe accettare di essere trattati come un bambino privo di discernimento, guidati in tutto, umiliati e puniti secondo il capriccio del momento? Come si potrebbe accettare di diventare un oggetto privo di ambizioni, disposto a tutto …

Riflessione sulla devozione

Scritto da: Dasa Pubblicato da: Elvira Nazzarri Sono devoto a Mistress Elvira. Lo so, lo sa ma cosa voglia dire in effetti è difficile spiegarlo. Si può confondere la devozione con molti altri sentimenti e credo che valga la pena, come prima cosa, utilizzare il vocabolario per analizzare il senso profondo della parola e trovarne i legami con il mio rapporto di sudditanza con la Dea. Sfogliando la Treccani, a parte alcuni significati storici, due mi sembrano particolarmente interessanti, trattandosi di devozione a una persona e non a un’istituzione. Il primo indica la devozione nel cristianesimo come sottomissione totale a Dio. Più comunemente, sentimento di speciale venerazione e fiducia che si ha verso un dato mistero religioso o una data persona con culto religioso. Il secondo significato invece enfatizza rispetto, affettuosa deferenza verso una persona: devozione al proprio benefattore, al maestro. Vorrei cominciare dalla seconda accezione di devozione, quella più comunemente utilizzata nel linguaggio di ogni giorno, per passare poi a quella più strettamente religiosa, non certo per ordine di importanza ma per passaggi consequenziali che sono necessari nella comprensione della realtà. Per quanto possa sembrare un’accezione …