Scritto da: Elvira Nazzarri
Avevamo appuntamento in San Babila per andare a comprare l’ennesimo paio di Louboutin nel pomeriggio, ero in taxi quando ho ricevuto una sua supplica: “Signora, dovrei prima andare a prendere un regalo per un mio amico, potrebbe raggiungermi da Lorenzi e poi andiamo a comprare le sue scarpe?”. Decisi che poteva essere una variante stuzzicante umiliare lo schiavo anche in un negozio di oggetti prevalentemente da uomo. Era in attesa fuori dal negozio e come ormai di consueto indossava un abito nonostante le temperature piuttosto alte, lo sa benissimo che in mia presenza non gli concedo di sfilarsi la giacca in nessun caso. Io indossavo un vestito blu e un paio chanelline abbinate e la mia cavigliera tennis di zaffiri e diamanti.
Appena entrati in negozio ha fatto intendere che fossi sua moglie, cosa che mi ha divertito molto, sapendo che avrei potuto subito svilire la sua mascolinità insinuando che fosse cornuto. Cercò di sbrigarsi sapendo che sono una persona molto volubile e sicuramente non mi fa piacere perdere tempo in faccende noiose come scegliere articoli regalo. Mentre si intratteneva con i commessi io passeggiavo svogliatamente per il negozio ad un certo punto mi girai e gli dissi ad alta voce, per farmi sentire bene da tutti i presenti: “Tesoro caro, hai visto questa scatola porta sigari, che ne pensi se la regalo al mio amante?”. Il commesso mi parve molto imbarazzato, il mio cavaliere invece non aspettava altro, adora il suo ruolo da cornuto. Si avvicinò e parlammo un pochino della mia passione per i sigari mentre mi indicava la sua erezione nei pantaloni, poi ci spostammo verso il bancone del negozio con gli articoli che stava scegliendo prima. Mi ha chiesto qualche consiglio, così ho deciso di far impazzire il commesso e fargli esporre tutti gli articoli simili in vari materiali, ovviamente nulla mi convinceva. Mi mostrai infine scocciata e decisi di far fretta al mio accompagnatore dicendo:” Suvvia, sbrigati, che dobbiamo andare a prendere le mie scarpe prima del mio weekendino fuori Milano!”. “Certo, faccio subito”, rispose prontamente e indicò al commesso un articolo a caso tra quelli esposti, ritirò il pacchetto e si affrettò a farmi strada aprendomi la porta. Camminando verso il negozio non smise di ricoprirmi di complimenti e deliziarsi di tutti gli sguardi degli altri uomini nei miei confronti. Che sia stato il vestito troppo leggero e il fatto che io non indosso quasi mai il reggiseno? Mah, chissà…
In negozio ha subito fatto presente alla commessa che cercava un paio di scarpe per sua moglie. Cominciò a propormi delle scarpe con il plateau, cosa che mi indispettisce a dismisura. Gli risposi:” Va bene tesoro che ho qualche amante, ma propormi delle scarpe da zoccola anche no!” La commessa mantenne un impassibile aplomb, però ha dato qualche sguardo alla sua collega. Cominciai a scegliere tra le varie décolleté, facendomele calzare dalle commesse, cosa che esaltava il mio accompagnatore. So quanto lo stuzzica vedermi accudita dalle giovani commesse. Il suo sogno sarebbe trovarmi un’ancella che si prenda cura di me 24/7. Cominciai a passeggiare davanti allo specchio ammirandomi e mi sfuggì un:” Zucchero, cosa dici, piaceranno al mio amante?” Sul viso del mio accompagnatore cornuto si è intravvisto un sorrisino di godimento, mentre le due commesse si sono scambiate uno sguardo complice. Continuai a fare battutine sulla sua scarsa presenza in casa e di conseguenza la mia necessità di farmi corteggiare da altri uomini, il tutto mentre decidevo la misura delle Iriza scelte. “Pensi che si sposino con la mia guêpière di La Perla? Sai che stasera ho un appuntamento galante!” Il mio accompagnatore estasiato non faceva altro che incassare e si limitava ad annuire. Abbiamo preso la misura 36 anche perché non avevano la mezza misura, restando con il timore che potessero sembrare delle scarpe imprestate visto il mio piede piccolo. Quando le commesse mi hanno allungato il pacchetto mi sono mostrata scocciata e ho subito esclamato:” suvvia datti una svegliata, prendi il pacchetto, non penserai mica che lo porti io? Che senso avrebbe altrimenti trascinarti con me mentre faccio shopping e ringraziami di avermi potuta accompagnare!” “Sì, divina moglie, grazie per questo onore!” Questa volta le commesse non si sono trattenute e hanno riso, facendo sentire il poveretto uno sfigato abusato dalla moglie, ma così tanto felice della sua condizione. Una volta fuori dal negozio l’ho fatto inginocchiare in pieno centro, con la scusa del cinturino della scarpa troppo lasco. Non esitò un secondo, però aveva capito che era una scusa per vederlo inginocchiato ai miei piedi.
Prima di salutarlo siamo andati in un bar vicino, salendo nella saletta di sopra di modo da avere un pochino di privacy. Era molto esaltato dalla situazione, gli ho allungato un piede sotto il tavolo. Mentre mi massaggiava il mio piede morbido e curato gli raccontavo come sarà bello usare queste scarpe pensando a quanto sia sfigato ad accontentarsi di regalarmele e sapermi usarle con altri. Gli ho anche ricordato che quando avrò consumato la suola abbastanza nelle mie cene con i vari amanti l’avrei richiamato per fargliele ripulire con la lingua, dentro e fuori dalla scarpa, tacco e suole comprese. Mi stavo allontanando quando si gettò a terra per baciarmi i piedi in un doveroso saluto, nello stesso momento vidi la testa del cameriere spuntare dalle scale. Appena ha notato cosa stava succedendo molto imbarazzato scomparì subito. Ho ricordato a Stefano:” Vedi, ti sei fatto beccare esattamente per quel che sei, un leccasuole, verme strisciante ai miei piedi! Non disturbarmi, ti chiamerò io, come sempre, quando non ho di meglio da fare. Tu rimani in attesa come un cane fedele, ormai lo fai da più di due lustri.”
Peccato che in pubblico non mi posso spingere oltre, ho troppe conoscenze, potrei essere vista dando vita a numerosi gossip nei salotti milanesi.