Dominazione, Fetish, Racconti dei miei faithful

Un compito semplice con risvolti psicologici profondi

Scritto da: Dasa
Pubblicato da: Elvira Nazzarri (ricordo ai cari lettori che i racconti sono espressioni di fantasia in prosa)
Mi aveva ordinato di fare un acquisto per Lei online. Aveva visto dei jeans su di una pagina web che Le erano piaciuti e ha deciso di onorarmi, chiedendomi un parere. La immaginai immediatamente inguainata in quel jeans alla moda della metà degli anni settanta, che ahimè ricordo fin troppo bene. In quegli anni andavano di moda jeans molto attillati, con la vita altissima e una serie di bottoni fino all’ombelico. Qualcosa di simile ma con la moderna comodità dei tessuti elasticizzati e la parte superiore quasi come un corsetto, Davvero belli. La domanda era semplice: pensi che mi valorizzerebbero? Detta da chiunque altra con un corpo perfetto come il Suo, a tutta prima l’avrei considerata una domanda inutile ma so bene che Mistress Elvira non è mai banale e le Sue riflessioni hanno un senso che si deve scoprire, anche con sforzo perché non spiega e valuta le reazioni dei Suoi schiavi. Si è continuamente messi alla prova. Infatti, riflettendo bene sulle parole, che non usa mai a caso ma per scopi precisi e con senso rigoroso del termine e dell’etimo, non mi aveva chiesto se secondo me le sarebbero andati bene, cosa ovvia con delle forme così equilibrate e sinuose, voleva proprio sapere se l’avrebbero valorizzata. E qui il discorso è più complesso. C’è sempre margine per esaltare la bellezza di una donna, non solo per le bellezze modeste ma anche per le grandi bellezze come la mia Signora. Personalmente, per quel che concerne l’abbigliamento “civile”, nel senso di opposto a quello militare, aggressivo e prevaricatore dei nostri incontri in cui raggiunge e spesso supera la perfezione terrena, mi piace molto nel periodo autunnale con una mise che riesce ad essere ad un tempo informale, simpatica e seducente. Ha un delizioso cappotto rosso molto stretto in vita che indossa sopra dei pantaloni aderentissimi neri infilati dentro stivali neri a punta e tacco basso. La Sua meravigliosa chioma raccolta in una treccia la rendono la perfezione. Sempre Mistress Elvira, all’apice della Sua sensualità ma con un tocco discreto, non troppo aggressivo che rende possibile allo schiavo di pensare e permette di passare minuti in piacevole conversazione e godere di un aspetto fondamentale della Sua straripante personalità e del Suo imperioso carisma: la vivacità intellettuale, la simpatia e la cortesia. Sono cose davvero difficili durante i nostri giochi quando, di solito, perdo la capacità cognitiva, per meccanismi noti della corteccia celebrale che inibiscono alcune aree deputate al raziocinio in presenza della persona amata. La Sua voce, le Sue mani e la visione del Suo corpo esaltato dalla lingeria che tanto ama rendono lo schiavo un automa, capace a malapena di ripetere frasi di totale e incondizionata adorazione e frasi semplici come Sì / No Padrona. Quanto alla comprensione di quanto la Padrona dice, è più un’interiorizzazione passiva priva di raziocinio. Come se gli ordini che impartisce venissero percepiti dal corpo prima che dall’apparato uditivo. I muscoli che agiscono sotto la Sua guida esogena, senza l’elaborazione concettuale del cervello. È solo nella frequentazione ex-studio che ho avuto modo, negli anni, di apprendere quale donna straordinaria sia la mia Sovrana e forse apprezzare in maniera didascalica perché sia impossibile resistere al Suo potere. È una donna in grado di dominare la mente prima del corpo e se sulle debolezze di questo fa leva è perché è un metodo più rapido, più efficace e meno faticoso per Lei ma alla base c’è una forza mentale inarrestabile che, in fondo, è quella che schiaccia lo schiavo ai Suoi magnifici piedi. Per questo e altri motivi, considero un privilegio potere godere del Suo dominio mentale e intellettuale, per esercitare il quale deve dedicarmi più tempo. Significa che considera il Suo schiavo degno del Suo tempo. Se mai dovessi avere un solo motivo per adorarLa incondizionatamente e consegnarmi docilmente al Suo totale arbitrio, probabilmente il motivo è questo. Mistress Elvira è capace di tenermi in uno stato di eccitazione estasiata per giorni solo mandandomi una singola foto o una breve frase. Il Suo controllo è totale e pervasivo, senza scampo. Che si occupi di me e mi annienti anche usando la Sua mente e il Suo tempo privato, allo scopo di agire più nel profondo, oltre che spaventosamente eccitante è lusinghiero. Ma torniamo al jeans. Quel jeans in effetti era quanto di più adatto per valorizzare la Sua figura: una vita alta e stretta come la Sua che esalta la rotondità imperiosa e sfacciata dei Suoi glutei tonici e invitanti. Malgrado il jeans in sé non sia il mio capo d’abbigliamento preferito, per lo meno in termini di erotismo BDSM, non nascondo che appena vista la foto dei jeans e ricevuta la richiesta di Mistress Elvira, il primo pensiero sia stato di vedercela dentro e sperare che mi trasformasse nella Sua sedia personale. Così, viva nella mente la fantasia di vederla con quella meraviglia, Le risposi immediatamente Si Padrona, mi piacerebbe proprio vederteli addosso. Li prendo? Mi disse di Sì e mi ringraziò per la disponibilità. Ovviamente fui io a ringraziarLa per l’opportunità offertami di esserLe utile e l’onore di avermi chiesto consiglio.
Pochi giorni dopo, ricevetti una mail dalla Padrona con tre foto in cui indossava i jeans. In effetti esaltavano la potente rotondità dei Suoi glutei e la delicatezza del Suo ventre che, in una foto in particolare, esponeva alla mia bramosia di servo. Ma Mistress Elvira è una donna che non lascia nulla al caso. Era felice dell’acquisto, soddisfatta della mia devozione e aveva deciso di premiarmi oltre i miei meriti. Una delle foto, davanti allo specchio, esibiva la pianta dei piedi nuda, il più ambito dei miei sogni esposto così davanti ai miei occhi come premio per la mia totale devozione. Morbida, pallida, la pelle sottile come un velo, dall’odore discreto e avvolgente, fresca e levigata. La pianta del piede di Mistress Elvira è il mio orizzonte ultimo, la mia guida, la mia droga, il mio tutto. Non oso pensare a una vita senza quel momento estasiante in cui, trionfante dopo avermi sedotto, ancora una volta e di più, dopo avermi umiliato, dopo essersi servita di me per i Suoi bisogni, dopo avermi punito, deriso e legato, inculato e frustato, nel trionfo totale del Suo dominio su di me, premio agognato e umiliazione finale, mi impone la pianta del piede sul viso. Richiede, in quel momento, la totale passività, cosa del resto totalmente naturale. Baciare o leccare, solo su ordine preciso, che non sempre arriva. In quel caso, resto passivo, totalmente e disciplinatamente, godendo della leggera pressione, della stasi regale, dell’odore più intenso, in una situazione di rilassata rassegnazione al dominio. La passività quando si è onorati del piede in faccia è decisiva. Solo l’inerte attesa dei movimenti della Padrona può restituire la pienezza del gesto. Non è solo baciare o leccare, atti eventualmente richiesti dalla Sovrana, eccitanti che scatenano energie incontenibili come il contatto con ogni centimetro della pelle della Mistress. L’attesa inerte e paziente sotto la pianta del Suo piede è di più. È il simbolo stesso della sottomissione. Intanto si sta con la parte più alta del proprio corpo sotto la parte più bassa di quello della Mistress e già questo dovrebbe bastare. Ma c’è di più, c’è quel piacere di passività, sentirsi immobilizzati da quel contatto delizioso, sentire l’odore penetrare in maniera indelebile nella memoria recettiva, abbandonarsi al potere più spavaldo e incontrastato. Non capisco mai fino in fondo come si sviluppino le Sue macchinazioni. In quale momento stabilisca di agire in un certo modo e se lo pianifichi. Non so se e in che misura ci sia affatto una pianificazione o sia tutto frutto dell’istinto. Peraltro non lo rivela e la Domina è imperscrutabile. La Sua mente superiore usa la perfezione del Suo corpo come strumento di controllo ma tutto il potere sta nella Sua mente. Come spesso Le dico, con le cautele del caso, la Sua mente è talmente superiore e la Sua natura così divinamente dominante che se invece di essere una donna splendida fosse una donna di mediocre bellezza non sarei meno schiavo. Sono solo fortunato ad essere così schiavo di una donna così bella. Lo so, lo riconosco, glielo ricordo ogni volta che posso e sono grato per esserlo. Devoto e sottomesso, torno a guardare quelle foto bellissime in jeans d’altri tempi per una donna di ogni tempo.