Nel vasto mondo dello spanking la sculacciata ha un suo ambito ben definito e molto spesso è associata a giochi con atmosfere dal sapore retrò come l’istitutrice, la zia severa o la mogliettina dispotica e dominante.
Normalmente chi cerca la sculacciata non si accontenta di quella gradevole sensazione dovuta all’irrorazione del sangue alle natiche e a quella piacevole ed eccitante percezione di dolore che può essere moderato o intenso. Chi ama le sculacciate cerca un momento di alta intimità, di contatto fisico, quella sensazione provata molto lontano nel tempo, quando si era piccoli e si combinava qualche pasticcio. Poi c’è il brivido dell’attesa, la paura del castigo e il momento della punizione vera e propria. E il sapere che la persona che infligge le punizioni lo fa per il bene del “monello” e non solo per correggere i suoi comportamenti. In questo senso la sculacciata è un’espressione di amore, premura e tanta cura. Chi la subisce percepisce che c’è ancora qualcuno che tiene a lui, che ci sarà per correggerlo quando sbaglia, confortarlo nei momenti peggiori e per aiutarlo a migliorare. Un contatto fisico durante la sculacciata, come tenere per mano il corrigèndo o lo stare sulle ginocchia, è fondamentale per ricreare l’atmosfera amorevole che si cela dietro alla punizione.
Spesso quando si diventa grandi e non si ha molta motivazione personale, potrebbe essere utile ricorrere alla sculacciata punititiva per riportarsi sulla retta via. Alcuni invece sanno di essersi comportati malissimo sul lavoro o nelle relazioni intrapersonali e in mancanza di soluzioni differenti o per la posizione sociale occupata questo può essere un ottimo metodo per far pace con la propria coscienza.
Il castigo invece è un momento di auto-analisi, di meditazione dei propri comportamenti e sul da farsi per migliorare.
La sculacciata nel mondo bdsm ha molti seguaci, e viene denominata spanking. Dei vari strumenti e metodi usati durante questa pratica parlerò nei prossimi post.
