Racconti dei miei faithful

Ritratto di Mistress Elvira

Scritto da Dasa
Pubblicato da Elvira Nazzarri

Le dominatrici professioniste sono donne particolari, è uno stile di vita apparentemente contraddittorio: dominio totale nell’erogazione di un servizio. Un ossimoro di difficile interpretazione per donne banali, la sapiente abilità nel conciliare il massimo della generosità, per ricostruire a beneficio dello schiavo uno scenario fittizio ma ad un tempo reale, con il massimo dell’egoismo per ottenere tutto ciò che la domina può desiderare. È certamente un esercizio interessante analizzare le sfumature psicologiche della mistress che mi concede il privilegio di servirla. Non coltivo questa passione per il piacere di analizzare certi profili antropologici, al contrario sono molto pragmatico e cerco – e cambio immediatamente se non trovo – sensazioni chiare e concrete che tuttavia amo svelare in un ambito dialettico intriso di complicità e formulato in un contesto di totale sottomissione. La contraddizione va accettata ma nello stesso tempo gestita e superata. Chi va da una mistress, qualunque sia la propria passione specifica, desidera, in ultima analisi, essere posseduto, appartenere, ubbidire, così risulta sempre difficile il primo incontro in cui si deve spiegare alla mistress cosa si desidera e cosa non si può tollerare Si vorrebbe che la domina, come per incanto, desiderasse esattamente quel tipo di dominazione fantasticata. La vita è un po’ più complicata e ci vuole sensibilità, intelligenza e generosità. Una mistress perfetta è sensibile, intelligente e generosa. Ho reso visita, in passato, a donne di straordinaria bellezza, corpi perfetti e piedi incantevoli ma, inutile dirlo, spesso ho trovato intelligenze compatibili con un cervello delle dimensioni di una noce, sensibilità da roditori e generosità da trafficanti d’armi.

Elvira no. Elvira è altro. È una delle poche donne che hanno superato la prova del primo incontro e da tempo, con reciproca soddisfazione, ci frequentiamo. La adoro di un’adorazione sincera, credibile. Un’adorazione che si nutre del suo fascino, della sua bellezza birichina ma drammatica, della sua ironia colta e gentile, della sua spietata autorità e della sua sorprendente capacità di comprendere e realizzare. E parliamone, parliamo di questo fascino, di questa bellezza, di questa ironia, di questa autorità e di questa intelligenza.Il fascino di Elvira è quello dei dettagli, esplorare la sua figura è come un lento piano sequenza del miglior Antonioni. Si cerca, e sempre si trova, il particolare desiderato, soprattutto nei vestiti. Non ho mai avuto la fortuna di vederla nella mia mise preferita ma quello che riesce a offrire con la sua collezione di calze, scarpe e stivali è sufficiente ad ammansire lo schiavo più riottoso. Questo tutti possono vederlo ma poi c’è la scelta dei tempi e degli strumenti. La sapienza con la quale si impossessò di me durante il primo incontro con il semplice gesto di accavallare le gambe non sarebbe stata tale in un altro momento. No, lo fece quando era giunto il momento, quando farlo avrebbe esaltato il suo potere su di me e piegato la mia volontà. E poi la scelta dello strumento di seduzione, non banale. Sempre la sensazione che sta per fare la cosa piu efficace. Mi ha fatto male Elvira, più volte, mai una volta che mi abbia trovato impreparato a subire. La adoro.

Bella, molto bella, sguardo birichino e sensuale. I capelli impossibilmente perfetti e profumati. Morirei se non mi sfiorasse almeno una volta ad ogni incontro con le sue ciocche. E cosa dire di quei piccoli seni boriosi e delle gambe perfette e tornite, disegnate dal miglior architetto. Il timbro della voce e la pronuncia di provenienza indefinibile richiamano le doppiatrici degli anni cinquanta, in perfetta sintonia con lo stile del suo guardaroba. Conservo gelosamente la foto dei piedi che mi ha mandato. Non oso commentarne le bellezza, solo contemplarla.

Maialazzo, è l’epiteto che usa spesso con me, soprattutto quando si serve delle grazie irresistibili di (…) per scatenare un desiderio che tronca sul nascere con voce ferma, quasi sempre accompagnata da un colpo di frusta. Si diverte e diverte anche me. So riconoscere le mie debolezze e so quando mi ha distrutto e so riconoscere nelle sue battute il trionfo di chi sa di aver soggiogato un uomo con il poco che fa. Non si scompone, non suda, mi amministra apparentemente senza sforzo e questo libera energie mentali per ridere di me, con eleganza, mai volgare. Compiaciuta del suo trionfo e io stesso, nell’umiliazione, esalto la sua classe.

Non transige. Mi porta spesso a livelli di desiderio difficilmente controllabili e poi immancabilmente mi punisce. Concede poco e lo concede con regole chiare. È la cosa che soffro di più, vorrei baciare e annusare i suoi piedi per ore ma sono felice di subire le sue punizioni quando perdo il controllo. Adoro essere ricondotto all’ovile, umiliato, punito e dolorante. Contemplo la sua autorevolezza cui mi piego inerte e supplichevole. So bene cosa dico quando pronuncio sì Padrona. Il dolore che mi infligge è parte di noi, non dimentico mai, nemmeno per un istante, che le devo obbedienza e che, nello studio o a casa, pur non appartenendole totalmente, non mi è concesso prescindere dalla sua presenza.

Per ultima l’intelligenza. È una donna colta, che di per sè non vuol dire molto, ma una donna che non mi ha chiesto mai Cosa ti piace e Cosa non ti piace e, piano piano, è arrivata a conoscere tutti i miei punti deboli e a manovrarmi al punto che il tempo passato con lei è un flusso ininterrotto di piacere estatico, nel dolore o nella consolazione, come si può chiamare? Sa dominarmi senza fronzoli. Ci sentiamo spesso fra una sessione e l’altra. È capace di restare la mia Padrona anche in una conversazione amichevole, deprivata di ogni erotismo. È una Padrona complice e stimolante. Sono Suo con una fierezza sfacciata e consapevole di quanto sia stata fortunata la scelta di scriverle quella prima mail, in cui umilmente le chiedevo il contatto. Così fortunata da aver ricevuto il privilegio dell’ordine di scrivere questa breve descrizione del suo profilo. Ti adoro mia dolce e splendida sovrana.