scritto da Kobar
pubblicato da Elvira Nazzarri
Ci sono poche cose al mondo che trasmettono sensazioni come la carta. La guardiamo, meglio la vediamo, la tocchiamo tutti i giorni, ma non l’ascoltiamo quasi mai. Un po’ come i nostri simili.
La mano di Jacque accarezzava con i polpastrelli le pagine del dizionario alla ricerca di un tema che aveva deciso di affrontare in modo metodico e rigoroso… “urbe”…urgente….”urofilia”
“L’urofilia nota anche come pissing o pioggia dorata è una pratica sessuale che consiste nell’urinare sul corpo o nella bocca del o dei partner allo scopo di provocare (in sé e/o negli altri) eccitazione sessuale e piacere erotico. Quando l’emissione dell’urina è accompagnata dalla sua ingestione si parla di urofagia.
Il pissing è abbastanza diffuso nell’ambito delle pratiche BDSM, nelle quali, di norma, il pissing, soprattutto nella forma più elementare, ovvero l’ingestione da parte del soggetto sottomesso delle urine del soggetto dominante, costituisce una delle pratiche in cui è maggiormente evidente l’umiliazione fisica e psicologica (peraltro consensuale), di tipo sadico o masochista.
Esatto. Finalmente aveva trovato il focus di questo tema.
Jacque amava il sesso. Il sesso femminile in particolare. Aveva provato a volte a capire se la sua fosse solo curiosità o un’autentica vocazione bi. Alla fine aveva optato per la prima ipotesi.
Il sesso con le femmine. Amava metterle a proprio agio, amava corteggiarle, sedurle e farle godere, godere, godere… Adorava il “cunnilinguo” e ci si dedicava con passione.
Gli piaceva perché si metteva in una condizione di “servitore del piacere” e al tempo stesso gustava odori e sapori soddisfacendo quell’animalità che era parte preponderante del suo carattere.
Ma sul tema della cosiddetta pioggia dorata non era riuscito a farsi un’idea precisa.
In genere i temi che lo eccitavano erano anche eccitanti in versione video porno, e Jacques ne faceva un discreto uso. Amava i video amatoriali, girati con gente normale. Li trovava veri e per questo molto più eccitanti.
D’altronde un attore che non è il proprio personaggio non è credibile. Eppure spopolavano video fasulli con poppute finto bionde che cominciavano ad ansimare appena il lattaio suonava al campanello…
Comunque sia, il pissing in video non lo convinceva e anche quando era riuscito a convincere qualche sua fidanzata che gli si era seduta sul viso irrorandolo, non aveva provato quello che forse cercava.
Ma la definizione del dizionario era chiara. In particolare il punto in cui recitava “l’ingestione da parte del soggetto sottomesso delle urine del soggetto dominante, costituisce una delle pratiche in cui è maggiormente evidente l’umiliazione fisica e psicologica (peraltro consensuale), di tipo sadico o masochista. ”.
Già…non bastava farsela fare in bocca. L’ingestione era un elemento cruciale e, perché lo fosse fino in fondo, non doveva nemmeno essere mescolato con una pratica sessuale come quella del cunnilinguo.
L’ingestione doveva avvenire in modo asettico, rispetto al sesso. Il fatto di avere lei seduta sul viso era già fuorviante. Jacques aveva capito cosa voleva.
Mancava solo la persona. Non si può bere l’urina di una sconosciuta, senza avere un rapporto speciale, non ha senso… Per lo meno non lo aveva per Jacques: l’avrebbe guardata negli occhi durante e poi avrebbero mantenuto il loro segreto. Ma, se avesse voluto, voleva poter ritrovare nello sguardo di quella donna quel momento, quel segreto.
Jacques in realtà aveva conosciuto una donna che faceva al caso. Victoria. L’aveva incontrata in un locale dove andava di solito. Conversazione brillante, femminile, curiosa, intelligente, con la quale aveva stabilità una certa complicità. Sul tema fetish. Si erano stuzzicati e avevano “giocato “ un po’… l’aveva baciata.
Quella sera, circa un mese dopo, avevano bevuto un po’ di più lei l’aveva preso per mano e portato nella toilette…aveva capito che tipo era Jacques.
Si erano chiusi dentro, aveva tolto il perizoma e aveva appoggiato un piede sul water. I cessi delle donne hanno un grande vantaggio: che dato che non sbagliano mira i pavimenti sono relativamente puliti…
Jacques in ginocchio si era posizionato sotto di lei per poterla leccare come si deve e per farle sentire la sua totale dedizione. Victoria gli teneva la testa e muoveva il bacino. Venne un paio di volte nella bocca di Jacques che avrebbe potuto starsene lì sotto un bel po’.
Per il gran finale dapprima la annusò fra le natiche, trovando un buon odore di femmina accaldata, e poi cominciò a leccarla, con la lingua piatta come per lavarla, alternandola a punta per spingere e frugare in profondità. Le aveva preso la mano portandogliela sul clitoride come per dirle “Fatti un ditalino mentre ti lecco il culo”, ovvero usami come faresti con un cane…. E lei non si era fatta pregare, venendo poco dopo per la terza volta, perdendo totalmente controllo, oltre a qualche goccia di urina.
Jacques ripensando a quella sera decise di farle una proposta…ma non la chiamò né la incontrò. Decise di scriverle una lunga email per spiegarle esattamente cosa cercava e chiederle se lei fosse disposta.
Non passò molto tempo ed ebbe una risposta positiva e secca che quasi lo sorprese ma gli fece anche capire che era la pista giusta. Lei aveva risposto già con un tono che faceva intuire il cambio di passo.
Si incontrarono da lei, a metà mattina, in un orario strano, non convenzionale. Victoria gli aveva detto “Non fare colazione, la facciamo da me…”
Era stato a casa sua altre due volte ma sempre in occasione di feste, situazioni in cui non si notano i dettagli e la visione d’insieme è influenzata dall’atmosfera.
Per questo gli sembrava la prima volta…ed in effetti per mille altre ragioni lo era.
Gli aprì la porta e gli fece un sorriso accogliente che mostrava una calma sorprendente se paragonata allo stato d’animo di Jacques.
Aveva l’aria di voler andare fino in fondo, con determinazione.
Jacques conosceva i vari modi in cui poteva essere fatto: lei in piedi che piscia come un uomo. Si…pisciare era un termine volgare ma è esattamente l’azione di spruzzare, irrorare, una sorta di potenza espressa da un getto degli scarti del proprio corpo…
Fatto in piedi così non poteva essere definito in altro modo. Oppure lei accovacciata e lui sotto a bocca aperta. Ma lui aveva espresso il desiderio di provare la dimensione più assoluta di dedizione che potesse immaginare in questa pratica: inghiottire l’urina senza il minimo riferimento sessuale esplicito.
E sapeva che sarebbe andata così.
Si sedettero ad un tavolo dello studio. Uno di fronte all’altro. Lei vestiva con una gonna ampia, sotto la quale probabilmente non aveva slip. Forse.
Jacques di fronte. Emozionato e con il cervello che andava a mille all’ora. Non sapeva come sarebbe stato, come gliel’avrebbe porta. Quanta, quanto scura, l’intensità all’olfatto, mille domande che avrebbero avuto una risposta molto presto.
Spogliati! Gli disse. “Hai deciso di dedicarti in modo così totale ad una parte di me… e i rituali sono importanti e devono essere coerenti”. Si era spogliato molte altre volte per sesso, amore o gioco davanti a una donna ma questa volta era diverso. Non era necessario e quindi era assolutamente simbolico.
“Berrai il mio piscio nudo come un verme” questo etra il messaggio senza tanti fronzoli.
Lei si alzò e lo bendò, mettendogli poi le mani sulle spalle per farlo sedere.
La sentì muovere nella stanza…sentì chiaramente il rumore dell’urina che cadeva in un contenitore…era l’unica nota intima, necessaria per aver la percezione che quel liquido giallo tiepido e intensamente aromatico proveniva dal suo corpo e ne era appena sgorgato.
“Togliti la benda”.
Sul tavolo c’era un bicchiere cilindrico, capiente, pieno per tre quarti dell’urina di Victoria.
Sarà stata più un decilitro. Un bel giallo carico ma brillante.
“Non hai fatto colazione vero?” gli disse Victoria. “Solo un caffè due ore fa” rispose Jacques.
“Bene” disse lei “perché ora la mia urina ti riempirà la bocca col suo tepore e il suo sapore aspro, le narici col suo aroma intenso, scenderà giù per la gola perché tu la vorrai inghiottire e arriverà nel tuo stomaco e lo riempirà. E mentre sentirai il calore nel tuo stomaco devi pensare che poco prima era nella mia pancia o meglio nella mia vescica. E’ uno scarto del mio corpo, scorie che tu mi hai chiesto di bere e che hai ingerito denudandoti come un verme. Il tuo stomaco che è vuoto sarà pieno della mia urina e il tuo alito saprà per un bel po’ di piscio. Del mio piscio. “
A quella parola volgare Jacques sentì una scossa al cervello.
“Credo tu sia sulla buona strada dell’adorazione totale. Pratiche non sessuali di accettazione di ogni secrezione, liquido, scoria o scarto del corpo femminile.Tu hai il merito di aver capito cosa significa e volerlo interpretare nel modo giusto. Assoluto. E per questo non dovrai bere né mangiare nulla per le prossime 2 ore.
Prendi il bicchiere e annusala!”
Jacques allungò la mano. Il bicchiere era caldo. Pensò che al momento del riempimento non era un bicchiere freddo, proprio per mantenere la sua temperatura.
Accostò le labbra… “annusa bene…” Aveva un odore piuttosto marcato. Jacques si chiese se sarebbe riuscito a inghiottirla.
“Fammi sentire che l’aspiri…” Iperventilare quell’odore forte dava a Jacques una leggera sensazione di nausea..”
“E ora bevi. Piccoli sorsi. Voglio che assapori e che mi guardi negli occhi.
Jacques sentì un sapore aspro e un odore forte che saliva nelle narici ogni volta che deglutiva i piccoli sorsi. La guardava e beveva. Voleva quello .. Voleva umiliarsi….
“Descrivimela! Voglio che tu mi dica tutte le tue sensazioni mentre mi guardi. Voglio che tu mi dica che è buona, che ha un sapore che ti piace e che me ne chiederai ancora in futuro…” Poi gli disse di bere grandi sorsi, , … voleva sentir deglutire… fino all’ultima goccia. Come un assetato.
Jacques sentiva i sorsi di urina che gli scendevano nello stomaco, capì che era molta. Ad ogni sorso aumentava il bruciore di stomaco e il suo alito sapeva sempre più di urina. Doveva anche sforzarsi per mandare giù.
Non fermarti! Disse lei che aveva capito la sua difficoltà…
Jacques deglutì l’ultimo sorso. Aveva lo stomaco pieno…digerì e gli salì un forte sapore e odore di urina… Lei si avvicino, avvicinò il viso alla sua bocca .. non per baciarlo ma per sentire il suo alito…gli chiese “tutto ok? Solo per sentire attraverso la risposta l’odore della sua urina nella bocca di Jacques..
“Si grazie”….
“Jacques…sei il mio eroe…il tuo alito sa di latrina…si…le latrine dei treni….mi piacerebbe costringere una mia schiavetta a limonare con te….. ti vergogneresti da morire vedendo la sua faccia…”
“Adesso voglio che ti masturbi…la tua umiliazione sarà così completa…nudo, con lo stomaco pieno di urina, ti meni il cazzo davanti a me…..perché mi adori al punto da desiderare le scorie che il mio corpo non vuole più….
Man mano che parlava si sentiva che le saliva l’eccitazione che si trasformava in una discreta dose di aggressività….
“Si, credo che tu sia in grado di desiderare qualunque cosa sia dentro di me… perché sai che ho capito, perché con me riesci a farlo, perché te lo permetto”
Con gli occhi quasi lucidi per l’eccitazione e la vergogna sussurrò un “si” quasi impercettibile.
“So che non ti fermerai davanti a nulla…. Sarai il mio cane…”
A quella parola una sorta di scarica elettrica gli attraversò il cervello ed ebbe un orgasmo travolgente…
Le gambe gli tremarono ed emise suoni soffocati.
Lei si avvicino da dietro, lo abbracciò e gli disse… “Ti ho trattato un po’ duramente perché sentivo che lo volevi”…sei stato perfetto….. ho qualche idea per te…faremo cose grandi….