Scritto da: ubaldo
Pubblicato da: Mistress Elvira (ricordo ai cari lettori che i racconti sono espressioni di fantasie in prosa)
«Lo sai che non voglio essere contraddetta. Mai! Anche se pensi di avere ragione! Quindi ora ti metti la chastity cage e te la tieni fino ad ordine contrario. Poi ti metti in ginocchio per terra e voglio che scrivi su un foglio per 200 volte “La Padrona ha sempre ragione e io sono solo uno stupido schiavo”. Domani mi mandi mattina un foto dello scritto entro le 8. E ti metti anche il plug rosa fino a quando non hai finito di scrivere!».
Avevo appena fatto un errore veniale, perlomeno dal mio punto di vista, solo piccoli errori che non avevo visto in un testo. Però l’errore era stato giustificarmi e ora avevo avuto la mia lezione.
Mettere la chastity cage come sempre non era stato facile. Solo il fatto di ricevere l’ordine di farlo mi faceva eccitare per cui per infilarla avevo dovuto mettere molto lubrificante e poi spingere con forza e cercare di pensare ad altro per fare ridurre l’erezione. Poi, con un po’ di pazienza ero riuscito a infilare i perni e successivamente a far scattare il lucchetto.
Ora iniziava il calvario perché le erezioni, una volta che i genitali sono chiusi li dentro, sono molto dolorose. La notte soprattutto è difficile da sopportare perché le erezioni spontanee durante la notte provocano diversi risvegli. Il cazzo si gonfia e si schiaccia contro la plastica, mentre le palle vengono compresse contro l’anello che le circonda. E’ come se qualcuno ti stringe i genitali con molta forza. Il fatto diabolico è che poi alla erezione spontanea si aggiunge l’eccitazione di sentirsi schiavo e di proprietà della Padrona. Quindi l’erezione fatica a spegnersi, è un circolo vizioso di sofferenza. Di notte poi è molto più difficile focalizzare la mente su altri pensieri e se poi aggiungiamo che l’anello che circonda i testicoli fa defluire il sangue molto più lentamente, non è difficile passare una buona mezz’ora soffrendo prima di riaddormentarsi.
Questo accade due/tre volte durante una notte e poi la mattina al risveglio. Insomma è un tipo di punizione cha fa sentire i suoi effetti.
Durante il giorno la sopportazione invece è più variabile e dipende molto anche dall’interazione che si ha con la Padrona. Personalmente mi basta anche sentire il suono delle notifiche dei messaggi per avere un erezione, soprattutto se poi questi contengono ordini di varia natura o foto della Padrona. Però poi è più facile distrarsi e per cui, per quanto fastidiosa, la sopportazione giornaliera della chastity cage è più semplice.
Ci misi circa un’ora a terminare il foglio con lo scritto. Plug e gabbia mi tennero eccitato come una cagna per tutto il tempo. Poi feci la foto, inviai alla Padrona e andai a dormire.
La notte fu agitata e la mattina alle 7 venni svegliato dal suono delle notifica di un messaggio della Padrona. Conteneva un ordine preciso.
«Da oggi voglio che ti depili i genitali modello figa. Voglio che lasci una striscia di peli larga 5mm dall’asta del pene verso l’ombelico. E’ una richiesta del tuo nuovo Padrone :D»
Rimasi impietrito, è vero che le avevo confessato di eccitarmi al pensiero di essere sottomesso anche da un uomo per mano sua, ma non pensavo che l’avrebbe messo davvero in pratica. Pensai anche fosse uno stratagemma per farmi eccitare visto che avevo ancora la chastity cage. E ovviamente aveva funzionato.
Mi alzai e mi preparai, era giorno di pulizie e la Padrona mi aspettava per metà mattinata.
Appena arrivato volle controllare la nuova depilazione modello figa e per umiliarmi si fece una bella risata.
Finito con le pulizie mi chiamò nello studio. Aveva piazzato un cazzo di gomma con ventosa su un tavolino davanti alla scrivania.
«Su!» mi disse «Mentre lavoro voglio che ti alleni a fare pompini, datti da fare. Come ti ho detto prima presto ne avrai a che fare con uno vero e io non voglio fare brutte figure. Dacci dentro con gusto da brava cagna!»
Dovetti continuare per mezz’ora mentre la Padrona lavorava al computer e faceva telefonate di lavoro. Poi durante una telefonata sentii che diceva «Si, è quasi pronto, tra una settimana te lo porto e ci divertiamo». Poi ci pensò un attimo «Anzi, guarda, quasi quasi te lo presento, ti faccio una videochiamata».
La guardai e lei: «Tu continua a spompinare, ti ho detto forse di fermarti?».
Richiamò l’uomo poi si avvicinò con il telefono. Con l’altra mano teneva un piccolo telecomando, quindi premette un tasto e immediatamente sentii che dal cazzo usciva un liquido denso. Era un dildo con eiaculazione. «Ingoia tutto cagna!» mi disse la Padrona.
Il dildo spruzzava senza sosta e la Padrona riprendeva impietosamente la scena in diretta con quello che aveva deciso sarebbe diventato a breve il mio Padrone. Poi finito di ingoiare tutto quello che era uscito mi ordinò di alzarmi e mettermi in posizione di esposizione e mi mostrò girandomi intorno con la telecamera all’uomo, soffermandosi e spostandomi con le dita la zone intime. «Cosa fai li zitto? Su, saluta il tuo nuovo Padrone!»
Raccolsi le forze per sopportare questa umiliazione estrema e a capo chino dissi «Buongiorno Padrone».
«Non si è sentito! Ripeti a voce alta e chiara e scandisci bene la parola Padrone!»
«Buongiorno Padrone» ripetei.
La Padrona aveva un’aria particolarmente soddisfatta. Poi l’uomo disse «Mostrami la tua fica schiavo». Mi misi nella posizione che mi aveva insegnato la Padrona a gambe larghe sul pouf e con le mani mi allargai i glutei.
La Padrona si avvicinò, mi riprese da vicino e disse: «E’ una cagna sfondata, lo sai che l’altro giorno gli ho infilato una mano fino al polso? Ora invece lo sto addestrando a prenderlo anche in bocca come hai visto prima. Ma ora diamo una piccola dimostrazione per il Padrone quanto ti piace prenderlo in fica».
Mi buttò per terra tre cazzi di diversa foggia e dimensione come si butta del cibo ad un animale e disse: «Raccogli schiavo e facci divertire».
Iniziai con il più piccolo ma dopo poco la Padrona mi ordinò di passare al successivo. «Quello è poco per te, passa a quello nero che è più adeguato». Me lo infilai per metà e intanto riecevevo commenti e ordini «Più veloce, più in fondo, fai gemiti da cagna che gode». Poi il Padrone disse che voleva vedermi all’opera con il cazzo più grosso, un dildo veramente enorme che la Padrona non aveva mai usato su di me. Mi venne ordinato di spompinarlo prima prenderlo ma non riuscivo nemmeno a farlo entrare in bocca. Lo leccai come un gelato e poi dopo averlo abbondantemente cosparso di lubrificante spinsi con forza e dopo una breve resistenza dato che fortunatamente era morbido penetrò. Mi sentivo dilatato all’inverosimimile. A quel punto la Padrona prese il cazzo che aveva usato per farmi fare il training di sesso orale e me lo cacciò in bocca «Forza succhialo troia!». E dopo avermi obbligato a un lungo pompino fece scattare ancora il meccanismo che simulava l’eiaculazione sfilandomelo dalla bocca per sborrarmi abbondantemente in faccia.
Poi la Padrona mi disse «Resta li mentre finisco di parlare al telefono con il tuo Padrone, non abbiamo ancora finito».