scritto da Kobar
pubblicato da Elvira Nazzarri
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.
La scontatezza di un proverbio, popolare al punto da essere quasi banale, può essere ancor più insopportabile se esprime fedelmente ciò che in effetti è accaduto. Insopportabile per chi si sente vittima dell’accaduto. Pur essendosela cercata.
Uno degli aspetti più logoranti del traffico sono le attese ai semafori rossi. In realtà non è tanto l’attesa quanto il nevrotico conto alla rovescia, tipico dell’automobilista consumato da questa routine. Se poi il tragitto ha come meta un appuntamento con qualcosa che si è pensato e desiderato nel tempo, diventa praticamente una tortura.
Arancio “per gli altri”, una mano si stacca dal volante lasciando una leggera impronta di sudore, afferra il cambio, prima, la frizione sale e l’auto riparte. Avrebbe dovuto ripetere questo gesto ancora una ventina di volte prima di poter dire siamo arrivati.
Siamo. Alessandra e Gianni.
Il parcheggio fortunoso vicino all’ingresso fu fonte di sollievo per Alessandra, mentre Gianni si rese conto che non era tanto l’attesa che lo preoccupava quanto il fatto di realizzare una fantasia che come tale non sarebbe più stata.
“Ha detto c12, giusto? 4° piano ..” disse Gianni, per far passare i secondi…era ovvio che fosse impossibile averlo dimenticato.
Grandi scale in marmo e ferro battuto, ascensore decorato di conseguenza.
Partenza lenta…i piani scorrono uno dopo l’altro. Con un movimento rapido della mascella Gianni fa un ultimo controllo dell’alito, poi guarda Alessandra sperando di trovare in lei altrettanta inquietudine… senza risultato.
Al piano. Cuore che batte manco avessero fatto le scale a piedi.
“Prego, accomodatevi” …una cameriera inaspettatamente accogliente apre la porta dello studio… “Vi porto qualcosa da bere, la signora arriva subito”. Per certi versi Alessandra e Gianni stavano coronando una sorta di sogno: incontrare una padrona.
L’idea, ma molto in embrione, era partita da Alessandra che era una simpatica maialina e voleva provare l’emozione di avere un contatto con un corpo femminile, protetta dal fatto, pensava, che ci fosse con lei Gianni.
Non avendo le idee molto chiare aveva scelto di essere “guidata”. Alessandro aveva accolto all’inizio la cosa con qualche riserva. Poi pensando ad una seconda donna fra loro cominciò a spingere ancor di più per combinare l’incontro.
Elsa entrò nella stanza. Un saluto accogliente ma formale. “ State comodi” e si sedette con loro.
Alessandra si era già settata… pur senza esperienza aveva deciso che la sottomissione passava attraverso l’attesa. Di un comando, o semplicemente di un silenzio che sarebbe durato quanto aveva stabilito Elsa, ovvero la sua padrona.
Elsa era una bella donna ma la sua figura, avvolta in un vestito abbastanza fasciante, di ottima fattura, gli accessori giusti e il rigore dello stile, la facevano considerare nell’insieme, non un viso delle mani delle gambe, un seno, ma piuttosto una figura di grande equilibrio e senso estetico, che col sesso non aveva un rapporto diretto.
Stette in silenzio per più di trenta secondi scrutando prima Alessandra, e poi, con uno sguardo più severo lui. Forse aveva avvertito in Gianni la percezione di uno scarto fra l’immaginato e il reale.
Il solito maschio basic che pensa che una padrona gli conferisca il diritto di determinare il carattere bi della sua donna. Il solito idiota.
Elsa si alzò e con voce decisa disse ad Alessandra “vieni qui al centro della stanza”.
Alessandra si alzò, denunciando un equilibrio leggermente fragile, mosse qualche passo finché non fu davanti alla padrona.
Alessandra era una donna appena formosa ma ben proporzionata, che per l’occasione si era vestita molto elegantemente. Elsa le si mise di fronte, guardandola negli occhi per farle sentire tutto il suo carisma.
Spogliala, disse a Gianni. Lui si alzò pensando “fra un po’ comincia la festa”.
Gianni cominciò ad aprirle la cerniera, le fece scivolare il vestito sulle spalle che cadde lasciando scoperta la schiena, il sedere formoso, e le gambe con calze velate e tacchi a spillo.
Va bene così… Gianni tornò al suo posto e lei si avvicinò. Aveva il viso a pochi centimetri da Alessandra. Due silhouette una di fronte all’altra: in mezzo un campo magnetico che lasciava presagire uno scambio intenso.
L’avvertì anche Gianni che provò per la prima volta una strana sensazione, sgradevole, ma che non riuscì immediatamente a decifrare.
Alessandra era nuda con solo slip e reggicalze, in piedi, dritta come un soldatino. Elsa le parlava a bassa voce, con le labbra a due dita dalle sue.Senza che la toccasse la fronte di Alessandra cominciò a imperlinarsi e i capezzoli diventarono progressivamente duri.
Elsa le legò i polsi dietro la schiena e l’aiutò a inginocchiarsi.
Era chiaro che il primo omaggio sarebbe stato leccare il sesso della padrona.
Ma non fu così meccanico. Elsa aveva evidentemente dato istruzioni ad Alessandra e lei eseguiva scrupolosamente. In ginocchio col viso all’altezza del sesso di Elsa che aveva alzato la gonna. Elsa, pur avendo un notevole carisma era molto femminile e Gianni fantasticava sul momento in cui l’avrebbero coinvolto…
“Respira la tua padrona” disse…Alessandra inspirava evidentemente, con il naso quasi a contatto del sesso di Elsa. I capezzoli di Alessandra erano di marmo. Gianni la guardava. Era bellissima.
Seguendole istruzioni che Elsa le aveva sussurrato Alessandra cominciò a sfiorarla con le labbra attorno al sesso, sopra il pube, l’inguine, l’interno coscia. Era scomoda e i movimenti della testa e del collo necessari per arrivare in tutti i punti la mostravano in una condizione di devozione che Gianni non avrebbe mai immaginato. Ma soprattutto lo sorprese l’avidità con la quale, avuto l’ok dalla padrona, Alessandra cominciò a leccare Elsa. Più che leccare sembrava che volesse divorarla.
Mentre Elsa spingeva in avanti il bacino ruotandolo in modo da inzuppare il viso di Alessandra che sembrava un assetato che si abbevera alla fonte dopo aver attraversato il deserto.
Gianni osservava eccitato ma sorpreso dall’animalità di Alessandra. Sembrava che non avesse fatto altro tutta la vita. Alternava momenti di foga a fasi di accuratezza. Ad un certo punto Elsa lo guardò e gli disse. Spogliati anche tu.
Lui rimase qualche istante a pensare e lei…”Muoviti..non vorrai rimanere tutto vestito…”
Sembrava un invito allettante.
“Togliti tutto”.
Con non poca vergogna si spogliò, esitò al momento di levarsi gli slip ma poi lo fece: lei non gli aveva lasciato spazio per altro…
“Allora? Ti piacerebbe sapere di cosa sa la mia fica vero? ….lecca la faccia della tua cagna…
Gianni era colpito dalla forza di quelle parole ma capì dal sussulto del ventre di Alessandra che essere tratta così, come una cagna appunto, le piaceva da morire……
Aveva ancora gli slip che ormai erano fradici e arrotolati, e che si erano infilati fra le natiche e fra le grandi labbra…
Gianni annusò dapprima il volto di Alessandra e poi cominciò a leccarla… Era completamente bagnata in faccia ed aveva un intenso odore di sesso che copriva completamente il suo odore abituale….
Alessandra si fece leccare passivamente tradendo imbarazzo.
Basta così disse Elsa…ora dietro…Alessandra non ebbe nemmeno un accenno di dubbio: affondo il volto fra le natiche della padrona e cominciò a leccare con impegno, tradendo un po’ di avidità.
A Elsa piaceva stare in piedi poiché, anche se meno comoda nel godersi la lingua, aveva una posizione di comando. Mentre la sub con il viso completamente immerso nel suo culo non lasciava dubbi quanto a vocazione…Penso che aggiungeremo un dettaglio al programma…” disse Elsa.
In quel momento entrò un uomo, sicuramente mulatto, con una corporatura superiore alla media, con un fisico molto armonioso e possente. “Ismaele… annunciò Elsa…Il mio servitore” e rivolgendosi a Gianni:
“Mettiti comodo”.
Ismaele si avvicinò ad Alessandra, la prese in braccio dolcemente con un movimento delicato che faceva pensare alla forza e alla calma di quell’uomo, che aveva già vissuto una scena simile e avrebbe fatto cose a lui conosciute.
La sdraiò su un lettino da massaggi e le disse “Si metta supina, signora”. Aveva parlato come un servitore ben educato ma con la fermezza di un maggiordomo.
Alessandra affondò il viso nel lettino, le bracca lungo il corpo. Ismaele, statuario, cominciò a massaggiarle i piedi. Tecnico, competente e paziente. Passò ai polpacci. In quel momento di interregno fra le attenzioni della sua padrona e quelle che avrebbe avuto, immaginava, dal servitore, Alessandra ebbe il tempo di fare un “punto della situazione “. Aveva fatto quello che in fondo avevano concordato. Non avrebbe creduto fosse possibile un coinvolgimento così forte ma in fondo sapevano che quando si comincia a giocare c’è una quota di imponderabile.
Ora però il quadro era cambiato. Gianni non era stato coinvolto, e a lei non era dispiaciuto in fondo. Si era goduta quella dimensione nuova e potente di abbandono. Esclusiva.
Pensò che forse sarebbe stato un massaggio finale, giusto per rilassarsi. Ma non ci credeva nemmeno lei. Pensò che avrebbe dovuto far qualcosa per Gianni, non era previsto un uomo. Poi però penso anche che lui aveva insistito per ficcarla in questa situazione per cui si disse “Se c’è qualcosa che non gli va lo dica lui”.
Nel frattempo Ismaele le massaggiava i glutei e l’interno cosce. Dalla decisione nei movimenti traspariva il fatto che Ismaele avrebbe sì eseguito eventuali ordini della Mistress ma mai si sarebbe fermato davanti a obiezioni di Gianni.
Ismaele infilò una mano fra le gambe fin sotto la pancia, sollevandola un po’ e massaggiandole con il pollice
il clitoride. Il braccio forte riusciva a mantenere il bacino di Alessandra in una posizione di assoluta disponibilità e di sottomissione.
Giani,nudo, fissava la scena. Le telecamere montate in quella stanza proiettavano Alessandra su un paio di video da angolazioni diverse in modo che Gianni non potesse perdersi nulla.
Le dita di Ismaele cominciarono a penetrare il sesso di Alessandra. La facilità con cui introduceva più di un dito faceva intuire quanto fosse dilatata e lubrificata.
Elsa ordinò a Ismaele di girarla a pancia in su…” da questa posizione si vedono meglio le contrazioni dell’addome”. L’uomo, di fianco al lettino, dapprima le afferrò i seni strizzandoli facendola sussultare. Aveva sicuramente provato un po’ di dolore ma si capiva che ormai qualunque stimolo la avrebbe ulteriormente portata in una dimensione di centralità del piacere con una quasi perdita della coscienza.
Ismaele di nuovo le infilò un dito e comincio a muoverlo rapidamente. Il suo bellissimo ventre cominciò a ondeggiare e poi a sussultare, finché non accennò una rotazione in avanti del bacino come a cercare e ad offrire ancora di più.
“Una vera cagna” sussurrò… “Infilale un dito anche dietro”. Immediatamente Alessandra si trovò ad essere frugata senza alcun rispetto….. ansimando raccolse le gambe al petto mentre Ismaele non smetteva di muovere le dita dentro..
Alessandra si aggrappò al lettino portando le mani dietro la testa.
“Vedi che cagna la tua donna?” disse Elsa a Gianni. Le bastano delle dita per perdere il controllo in questo modo…. “ “Stai tranquillo…per oggi Ismaele si accontenta di farla ballare sui suoi polpastrelli…..”
Gianni sospirò di sollievo. Non avrebbe assistito ad una penetrazione… forse. In quel momento Elsa distese un braccio lungo il lettino fino a trovare il sesso di Ismaele: aveva una bella misura e soprattutto era ben formato, bello da guardare, potente ma non aggressivo, come il suo “proprietario”. Lo afferrò per un attimo…lo voleva..
Elsa disse “come ti permetti di toccare Ismaele” “Farai solo quello che voglio io”. E con uno sguardo Ismaele capì.
Ismaele la mise su un fianco, gambe raccolte, e si portò di fronte al suo viso.
Elsa si mise dietro Alessandra e le disse, oggi se vuoi godere devi fare da sola….e le mise in mano un vibratore accompagnandola in modo che se lo infilasse davanti.
“Io ti aiuterò un pochino” disse massaggiandole l’ano con le dita….
Ismaele si mise davanti al viso di Alessandra, sollevandosi il pene e sfiorandole la bocca con in testicoli.
Elsa infilò un dito nello sfintere di Alessandra che sospirò e cominciò a muovere il vibratore lentamente. Elsa sfilò il dito e lo portò alla bocca di Alessandra dicendole “devi conoscere tutto di te..” Alessandra eseguiva ormai qualunque ordine, era come un argine sommerso dall’acqua.
Succhiò diligentemente. Elsa infilò due dita. Intanto Ismaele si masturbava di fronte al viso della schiava.
“Devi leccargli le palle, cagna”… leccale e succhiale…! Accelerò il movimento sentendo che l’ano si stava dilatando. Poi sfilò le dita e prese un vibratore. Lo lubrificò e lo infilò con decisione. L’ano di Alessandra era sempre più accogliente e ad ogni insulto o stimolo fisico si scioglieva sempre più.
Gianni sembrava scomparso. In realtà Elsa lo teneva d’occhio. Era come inebetito. Elsa sapeva che questo stato lo avrebbe reso agli occhi della compagna complice della situazione ed era quello che voleva.
Leccagli il culo”. Ismaele si era girato e Alessandra prontamente aveva infilato la lingua fra quelle de natiche di marmo spingendo per compiere al meglio il suo dovere.
Va bene così Ismaele….
Lui capì, girò intorno al lettino, Elsa tenne le natiche di Alessandra ben separate e Ismaele appoggiò il glande congestionato all’ano di Alessandra. Si masturbò per alcuni secondi e poi spinse delicatamente ed entrò. Lentamente e nemmeno fino in fondo. Doveva “solo” depositare il suo liquido seminale negli sfinteri della schiava. Ismaele emme un orgasmo potente ma controllato che, dalla durata fece capire che le stava scaricando nella pancia una quantità di sperma superiore alla norma.
Stette fermo dentro qualche istante poi sfilò il pene e tornò di fronte al viso di Alessandra.
“Puliscilo bene” disse Elsa. Alessandra non vedeva l’ora di prendere in bocca quel arnese e aprì la bocca immediatamente.
“ non gli devi fare un pompino…devi solo pulirlo” e aggiunse “…..ora puoi venire…”.
Alessandra accelerò i movimenti del vibratore…
Elsa si rivolse a Gianni “ Non vorrai farla venire da sola no?….baciala!” Gianni completamente inebetito si alzò, mise una mano sulla testa di Alessandra e la baciò proprio mentre lei venne travolta da un orgasmo animalesco.
L’addome si contorse, il viso congestionato, la voce rauca, quasi bestiale… urlò praticamente nella bocca di Gianni che non riusciva nemmeno a baciarla… non finiva mai… Gianni la sfiorò con le labbra…sapeva di maschio, di femmina, di ogni cosa…..Ma la cosa che più lo turbò è che avrebbe voluto masturbarsi e venire in bocca a Alessandra…era eccitatissimo…
Gianni alzò gli occhi e vide su uno schermo lo sperma di Ismaele uscire per le contrazioni e colare lungo le sue bellissime natiche. Sfinita e violata in ogni modo…
“Non male” disse Elsa….credo ci rivedremo..
Gianni si rese conto di avere un’erezione che cercò di nascondere. Alessandra finse di non vederlo.