Racconti dei miei faithful

Il completo lavaggio della bestia

Scritto da bestia senza nome 

Pubblicato da Elvira Nazzarri

Ero nudo davanti a Mistress Elvira, mani dietro la schiena, come d’abitudine, eccitato come una bestia, in attesa di un suo ordine. Lei, elegante come il solito, mi scrutava con il suo sguardo enigmatico e un sorriso beffardo sulle labbra, in un silenzio inquietante. “Bene”, disse finalmente, ” oggi mi divertirò con il tuo lato B, perciò voglio esser sicura che sia opportunamente pulito.”. E mi fece andare in bagno dove scoprii una novità: il tubo della doccia terminava con un fallo in plastica con dei fori laterali.

Ancor prima che piovesse il comando : “mettiti a 90 gradi che ti lavo ben bene dentro” capii a cosa servisse. Mi venne in mente quando, anni prima, la mia padrona di allora, con una sua amica e il suo schiavo, mi portò in una fattoria isolata in campagna. Ci misero a carponi nella porcilaia deserta e con un tubo collegato ad un rubinetto ci lavarono, anche internamente, come, dissero, si faceva con i maiali prima di mandarli al mattatoio. Mi ero sentito una bestia come mi stavo sentendo ora mentre Mistress Elvira regolava il getto e la temperatura chiedendomi, con estrema indifferenza alla mia persona, se ritenessi che il risultato all’interno del mio corpo fosse quello che si aspettava.

“Indifferenza alla mia persona!?”, mi resi conto che quella superba creatura, nella sua camicetta bianca, la gonna nera a tubino dalla quale spuntavano le sue splendide gambe inguantate sensualmente da calze di seta e con i deliziosi piedini alloggiati nelle décolleté nere mai mi aveva considerato una persona ma la sua bestia, come amava ricordarmi. Una bestia che teneva per il suo divertimento quando una vena sadica le affiorava in superficie. E una bestia appunto mi sentivo mentre Mistress Elvira affondava e ritraeva il fallo per ottenere una profonda pulizia.

“Bene, ora asciugati e ritorna nella stanza che controlliamo se effettivamente questo mio nuovo acquisto faccia quanto promette”. Mi disse e prese in mano un fallo anale a sfere progressive, incredibilmente lungo ove le sfere prossime alla maniglia era inquietantemente grandi.

“Mettiti alla pecorina” mi ordino’ ,  e così rimasi in attesa mentre allo specchio vedevo che Mistress Elvira lubrificava lo strumento che aveva scelto. Quando  con la mano mi divaricò le natiche capii che il momento era venuto, le sfere entravano una dopo l’altra nell’ano sempre più profondamente e sempre più grandi. Quando sentiva resistenza, utilizzando la maniglia, ritirava leggermente lo strumento e poi lo riaffondava, così più volte, e poi continuava ad avanzare. Le sfere erano sempre più larghe, mi sentivo sfondare e il dolore era sempre più intenso ma sapevo che questo non avrebbe interessato a Mistress Elvira.

“Ottimo! Sono arrivata in fondo! Ora vediamo se il mio nuovo acquisto ti ha pulito come mi sarei aspettata!”  Mi aveva messo davanti allo specchio perché potessi vedere tutto ciò che mi faceva. Era una cosa che le piaceva. Vidi come lo strumento usciva dal mio ano dandomi sollievo ed infine come lo sollevava mettendolo vicino ad una fonte luminosa per analizzarlo. “Si!” disse, “sei pulito! È stato un buon acquisto!”. La mia illusione di un po’ di riposo svanì quando un dildo enorme, che non avevo mai visto fino ad ora, comparve nelle sue mani ed iniziò ad affondarlo nel mio ano. Certo le sfere avevano aperto il cammino ma il dolore fu comunque intenso ed io inarcai la schiena. Mistress Elvira fece finta di non capire che provavo dolore :” Vedo che ti piace alloggiare questo dildo! Il tuo pene è in erezione! Sei proprio un maiale!” disse. “Si signora! Sono il suo maiale!” Fu quello che mi venne naturale rispondere. Mistress Elvira era maestra nel fare di te quello che voleva e di convincerti della natura che aveva scelto per te. Aveva deciso che ero la sua bestia, il suo maiale, ed io, senza rendermene conto, mi ero trasformato nella sua bestia.

“Abbiamo detto che ci saremmo occupati del tuo lato B! Vero? Ma concorderai che questa promessa non deve limitare le mie possibilità di divertimento!?” Non feci in tempo di rispondere che mi sentii afferrare i testicoli  che tiro’ verso di se. Per mezzo di due bastoncini me li strizzo’ dietro al sedere e me li legò alle cosce. Si alzò in piedi, la vedevo allo specchio, e mi disse: “Vedi, ora ho tutto ciò che mi serve per divertirmi sul tuo lato B. Il tuo ano, le tue palline ed il tuo pene!” E per farmi capire meglio mi diede una pedata sui testicoli. Si allontanò un minuto per ritornare con un nerbo nero e flessibile. Quando iniziò a frustarmi, al devastante dolore causato dall’enorme dildo nel mio ano, si aggiunse un intenso bruciore alle natiche. Quindi, improvvisamente, ma fu chiaro che non casualmente, un colpo raggiunse i testicoli, rimasi senza respiro. “Il tuo sedere è rosso! Guardati allo specchio! Ma io non amo le differenze cromatiche! ” Ora i colpi raggiungevano i testicoli ed il pene, non resistevo al dolore e sentivo la mia erezione svanire sotto le frustate.

Infine Mistress Elvira si chinò ad osservare da vicino i miei testicoli : “Si sono decisamente rossi, come le tue natiche. Il tuo pene però da’ piuttosto sul blu, un vero peccato! Ma, perlomeno, ha smesso di starsene dritto. Sei un po’ meno maiale!” E mi sorrise sollevandomi la testa perché potessi osservare la sua soddisfazione. “Rimani alla pecorina, che vado a rilassarmi!” Ma prima di lasciarmi, devastato e dolorante, decise di onorarmi di un altro calcio ai testicoli che mi fece finire disteso a terra.