Stai cercando una nuova occupazione e hai risposto a numerose inserzioni un po’ a caso. Fortunatamente ottieni un colloquio di lavoro presso una società che si occupa di marketing di un noto brand di lingerie femminile. Sei entusiasta e con spavalderia ti rechi all’appuntamento. Ma appena entri nell’ufficio rimani piacevolmente colpito, ad accoglierti è una donna bella, snella, giovane, di classe, ovviamente vestita in maniera elegante. Al primo impatto pensi, ah la segretaria del manager, e le chiedi quando arriva il dottor D. Lei sadicamente divertita ti guarda e dice, “sono io, si accomodi!” “Mai visto una donna manager?” Hai un momento di panico, sei partito con il piede decisamente sbagliato. Intimorito ti accomodi e aspetti. Lei con tono autoritario dice: “dov’è il curriculum?” L’hai scordato… l’emozione sale, cominci a tremare, la tua voce ne è la prova. “Mi dispiace, l’ho scordato”. Lei visibilmente irritata dice: “oggi sono di buon umore, dimmelo a voce, credo che se hai passato la prima selezione della mia assistente qualcosa di buono in te ci può essere.” Non riesci a spiegarti bene, le frasi non hanno un senso, il cuore ti batte a mille, la fronte e le mani sono ricoperte di sudore. Ti succede spesso di fronte a donne belle e autoritarie. Ed adesso ne hai una di fronte a te, che ti scruta con sguardo intenso dalla testa ai piedi, ti sta valutando e certamente non hai fatto una bella impressione. Ti fa alcune domande sul tuo carattere, non capisci come possono essere correlate al lavoro, lei ti spiega che si tratta di metodi statunitensi. Per un attimo ti perdi nel guardare le gambe perfette e le stupende décolleté ai suoi piedi che completano in armonia il suo look. Lei nota questo tuo sguardo perso e ti dice : “dimmi, cosa mi sai dire sui prodotti che rappresentiamo”? Si sta consumando un dramma. Non ne sai nulla!
Elvira, quella splendida donna, ti guarda come se fossi una preda. Ma non vuole finirti subito, vuole giocare come il gatto con il topo, vuole che questa sia una lunga agonia, ti vuole teso fino all’ultimo momento, per alternare momenti di paura a momenti di eccitazione, con quelle sue pose super sexy. Se non fossi li in cerca di lavoro, che ti serve necessariamente, penseresti a qualcos’altro. Poggia sulla scrivania delle calze, che ovviamente a te sembrano tutte uguali. Lei ti spiega che sono di tre tipi, collant, calze autoreggenti e calze da reggicalze. Ti guarda con un sorrisino compiaciuto e ti chiede di spiegarle le differenze tra questi tipi e di indicarle di quale di questi tre oggetti si occupa l’azienda. Pensi, ma veramente ci sono delle differenze? Non le ho mai notate.
Dopo vari istanti di un silenzio assordante lei si solleva leggermente la gonna e dice:” questo è il nostro prodotto”. Vedi dei gancini che sorreggono la calza e capisci. Le vedevi da piccolo, le usava la tua zietta sexy. Ti dice : “ora toccale!”. Seppur perplesso obbedisci. “Ora dimmi tutto quello che sai su questo materiale, quali sono le sue caratteristiche e perché è differente da altri?”. Ma perchè! Quanto vorrà far durare questa umiliazione? “Ah non sai? Bene, mi dirai in base alle tue sensazioni, spogliati!” Cosa? Spogliarmi? Che razza di colloquio è questo? Lei, con assoluta arroganza e prepotenza dice: “se non sbaglio ti serve il lavoro, giusto? Io sono l’autorità qui e se vuoi ottenere il posto dovrai compiacermi! In tutto e per tutto!”. “Questo è un ricatto, un abuso di potere”, controbatti. “Ok, ho capito, quella è la porta.” No, la prego…. Farò ciò che vuole! “E sei ancora vestito?” Spogliarti di fronte ad una donna ti ha recato sempre imbarazzo, ti senti valutato, giudicato, esposto, nudo, vulnerabile, violabile. Lei ride, il momento la delizia. La odi, ma ti sei anche eccitato. Ed anche parecchio. Si avvicina e ti porge il reggicalze con le calze: “ora indossale così mi racconti”. “E sappi che da un momento all’altro potrebbe entrare la mia assistente e vederti in queste condizioni ridicole, caro segretario. Anche di questo sarebbe capace? Ma dove potrà arrivare questa donna con le sue fantasie distorte… chissà. Sarà un lungo e variegato percorso di sottomissione. Ti aspettano compiti vari, sottomissioni sempre diverse e umiliazioni continue. Lei è imprevedibile e fantasiosa, talvolta inquietante. La dominazione per lei è parte integrante del ambiente lavorativo.